Appunti di lettura…dalla rubrica di Umberto Galimberti su D la Repubblica
Mi piace dar voce alle lettere che ricevo dagli adolescenti, perchè, a differenza degli adulti che si lamentano, recriminano o accusano, spesso giustamente, gli adolescenti descrivono la loro condizione, oppure lanciano progetti per il futuro.
E ascoltarli nel loro fantasticare e progettare il futuro non deve scatenare, come puntualmente accade nelle lettere di commento che ricevo, la reazione degli adulti che li accusano di ingenuità.
Gli adulti conoscono il tempo che anno vissuto, ma non conoscono, come gli adolescenti, il tempo che verrà, e che comunque è loro.
Così, ad esempio, ci sono degli adolescenti che scrivono meglio dei loro professori. Come può accadere questo? Hanno letto più libri di loro. Ci sono degli adolescenti che conoscono i sentimenti in tutte le loro sfumature. Chi glieli ha insegnati? I libri che hanno letto.
Ci sono degli adolescenti che non si annoiano perchè, attraverso i ibri, hanno scoperto quanti percorsi fantastici la vita può offrire, e non hanno bisogno di droghe per fare un “viaggio” fuori dalla quotidianità. Ci sono infine degli adolescenti che, grazie ai libri che hanno letto, non drammatizzano le sofferenze che incontrano nella vita, non si abbandonano all’amore con l’ingenuità di chi conosce solo la passione del momento.
Sanno quanto vasta e articolata è la gamma dei sentimenti, quanto ampia la costellazione delle idee per perdersi nella prima passione che li assale o nella prima idea fissa che li tormenta.
Non sono per questo immuni dall’inquietudine dell’adolescenza e neppure sono divenuti adulti troppo precocemente. Grazie ai libri, hanno semplicemente offerto alla loro mente e al loro cuore tanti percorsi che, senza libri, non avrebbero conosciuto, e così hanno evitato l’afasia del linguaggio, l’atrofia dei sentimenti, la povertà della fantasia che, anche quando è appena abbozzata, contiene quasi sempre un progetto di vita.
Questi sono i doni della lettura, che diventa una compagna di viaggio solo per chi comincia a frequentarla da bambino. Si illude infatti chi dice: “Leggerò quando sarò in pensione”, perchè, se non ha incominciato da bambino, non leggerà mai.
La scuola deve impegnarsi a far leggere ai ragazzi, oltre ai libri scolastici, tanti altri libri, perchè è impensabile che in una classe di liceo di 24 studenti solo 4 ne leggano. Senza esitazione possiamo già dire che gli altri 20 sono già persi, anche se verranni promossi.
Perchè l’educazione della mente e del cuore non avviene con il superamente di un corso di studi, ma con la frequentazione appassionata di tutti i sentieri che la vita dischiude e che la buona letteraratura sa indicare e descrivere.